L’istituto di Biosonologia è stato fondato da Domenico Sciajno musicista e compositore, docente di Conservatorio di musica elettronica e di informatica musicale e che esplora da circa vent’anni il mondo sonoro.
Sperimentando in prima persona gli effetti che il suono ha durante determinate esperienze d’ascolto, nel 2005 ha fondato l’Istituto di Biosonologia proprio per approfondire il secolare rapporto tra suono, vibrazione e risposta biofisiologica del nostro corpo e del nostro sistema nervoso.
Da questa ricerca è nato un sistema di generazione sonora che unendo le possibilità offerte dalle nuove tecnologie alle antiche scoperte sulle proprietà di suono e vibrazione, rappresenta un vero e proprio percorso per la crescita, l’introspezione ed il riequilibrio personale.
La peculiarità del metodo biosonologico messo a punto da Sciajno sta nel fatto che si avvale del sistema di sintesi sonora da lui stesso ideato (Vortex based Synthesis) unito a tecniche ormai consolidate dopo più di 40 anni di ricerche nell’ambito del BWT (Brain Wave Training).
Oggi, grazie alle nuove tecnologie sono sempre di più le evidenze che le tecniche di training delle onde cerebrali come quelle messe a punto in Biosonologia, rappresentano un valido ed efficace strumento anche per il trattamento terapeutico in ambito psichico, cerebrale e neuro-chimico (riferimeti scientifici).
Ma concretamente in che modo questo può succedere? In che modo “l’effetto trascinamento” (entrainment) delle onde cerebrali può sviluppare un meccanismo terapeutico?
Una prima valida risposta potrebbe essere trovata nel lavoro di Patterson e Capel (1983) nel Surrey, in Inghilterra. Patterson e Capel hanno scoperto che diversi neurotrasmettitori sono attivati da forme d'onda a diverse frequenze.
Ad esempio, un segnale a 10 hertz aumenta la produzione e il tasso di ricaptazione della serotonina.
"Ogni cervello genera impulsi ad una frequenza specifica in base alla secrezione dei neurotrasmettitori predominanti," dice il Dott. Capel. "In altre parole, il sistema di comunicazione interna del cervello - ovvero il suo linguaggio - si basa sulla frequenza ..." (Ostrander e Schroeder, 1991, p 264.).
Le implicazioni del lavoro di Capel e Patterson suggeriscono che con modifiche di frequenza delle onde cerebrali si può alterare la neurochimica del cervello, e quindi il suo funzionamento.
Il popolare farmaco Prozac allevia la depressione, aumentando i livelli di serotonina. I livelli di serotonina vengono elevati attraverso l'inibizione selettiva chimica degli enzimi responsabili della ricaptazione della serotonina nel cervello (Kramer, 1993).
L'effetto positivo del Prozac sull'umore del soggetto depresso e sul suo comportamento sociale può essere notevole, ed è generato da elevati livelli di serotonina nel soggetto.
Secondo Patterson e Capel, un simile aumento del livello di serotonina nel cervello potrebbe essere conseguito mediante l'induzione di un segnale a 10 hertz.
Possiamo alleviare la depressione e altri disturbi associati a livelli bassi di serotonina attraverso le onde cerebrali in maniera così efficace come fa il Prozac? Che dire di altre forme di funzionamento mentale alterato per cui non esistono interventi chimici efficaci?
Secondo molti ricercatori è possibile, e l'attivazione del rilascio di neurotrasmettitori benefici potrebbe esserne la ragione.
Il rilascio diretto di specifici neurotrasmettitori attraverso un aumento dell’ampiezza di specifiche frequenze cerebrali potrebbe non essere l'unica modalità d'azione del training biosonologico.
Infatti il dottor Len Ochs, terapista e ricercatore californiano, ha postulato una teoria secondo la quale aiutare a riequilibrare i diagrammi EEG delle persone sia di basilare importanza.
Il dottor Ochs ipotizza che la risposta neurochimica al trauma possa provocare una inibizione ricorsiva, uno stallo permanente che ne limita il normale funzionamento, e che attraverso il training delle onde cerebrali si possa agevolare un ritorno allo stato neurochimico precedente al trauma.
Secondo Ochs il trauma psicologico o fisico induce a mantenere un alto livello di eccitazione neurochimica nel timore che un nuovo attacco possa essere imminente. Per proteggersi, il cervello risponde con inibitori chimici.
Possiamo visualizzarlo come l'equivalente neurochimico del chiudersi a riccio. In un atteggiamento protettivo, il cervello inibito perde parte della sua funzionalità, proprio come una persona raggomitolata e rannicchiata in questa postura protettiva non può camminare o svolgere le sue normali funzioni.
Ochs sostiene che queste sostanze inibitorie possono risiedere nel cervello per un periodo di tempo prolungato (si suppone per mancanza di riattivazione e riequilibrio degli opportuni enzimi di ricaptazione), o che il meccanismo cerebrale responsabile della produzione dei neurotrasmettitori inibenti a fini protettivi non è in grado di ripristinare lo stato di pre-trauma, dando vita ad un nuovo stato omeostatico dal funzionamento alterato.
Se la formazione delle onde cerebrali resetta la neurochimica al suo stato pre-trauma, un tale meccanismo spiegherebbe non solo perché il training biosonologico attraverso le frequenze sonore sia utile, ma suggerisce anche che può funzionare per patologie resistenti ad altri interventi.
Il dottor Ochs ha creato un dispositivo di biofeedback EEG che opera direttamente sui diagrammi EEG dei pazienti sottoposti a stimoli luminosi e sonori. Normalmente in EEG Biofeedback un soggetto deve sottoporsi al tentativo di rispondere a un segnale che fornisce informazioni sulle frequenze delle proprie onde cerebrali.
A differenza dei tradizionali dispositivi di biofeedback EEG, quello del Dr. Ochs non richiede che il soggetto sia consapevole del test né che tenti di fare qualcosa. Le onde cerebrali globali rispondono e corrispondono alla frequenza e all’ampiezza dei segnali indotti tramite occhiali stroboscopici e cuffie. L'audio e gli stimoli visivi a loro volta sono generati dall’ampiezza e dalla frequenza dell’EEG complessivo. Un computer controlla entrambi e consente al medico di intervenire ‘glissando’ le frequenze verso l'alto o verso il basso.
Il dottor Ochs chiama la sua forma di biofeedback "EEG disentrainment feedback (E.D.F.)" (Ochs, 1993). L'apparecchiatura in realtà utilizza l’effetto di entrainment delle onde cerebrali, ma lo definisce come feedback ‘disentrainment’. Con questo termine intende l’intervento che consiste nello ’sganciare’, ‘sbloccare’ il meccanismo di protezione degenerato, quello che limita il funzionamento del cervello rimasto in stato di emergenza.
Ochs ha avuto notevoli risultati con le vittime sia di traumi psicologici sia di traumi fisici al cervello. Ha curato con successo vittime di lesioni craniche, ictus, stress post-traumatico, depressione e dipendenza. Molti di questi pazienti erano in condizioni tali per cui erano molto resistenti al trattamento con altre tipologie di intervento.
Se l’ipotesi del dottor Ochs è vera, allora il suo e tutti gli altri sistemi di riqualificazione delle onde cerebrali, possono sia attivare il corretto meccanismo di ricaptazione di enzimi inibitori, sia smantellare i blocchi dovuti a risposte inibitorie dovute a traumi che sommati nel tempo si cristallizzano fino a divenire un distorto standard di funzionamento neurochimico cerebrale.
In entrambi i casi, il training delle onde cerebrali sarebbe efficace perché permette al cervello di ripristinare se stesso al suo stato di funzionamento normale ed inalterato. Il training delle onde cerebrali non curerebbe direttamente ciò che è compromesso, ma consentirebbe ai cervello di guarire se stesso (Ochs, 1993).
Le osservazioni e le ricerche di Ochs, Patterson e Capel forniscono alcune informazioni sul perché tale "terapia fisica" per il cervello possa funzionare. Queste inoltre illustrano le ragioni dell’efficacia del training delle onde cerebrali al fine di migliorare il funzionamento di alcune specifiche facoltà quali la memoria e al fine di operare proficuamente in diverse condizioni di funzionamento alterato quali, per citarne alcune, la depressione, il trauma cranico, la dipendenza e l'ADHD (deficit di attenzione e apprendimento).
Questo scritto si basa sulla seguente letteratura:
Ostrander, S., & Schroeder, L. Supermemory: The Revolution. New York: Carroll & Graf Publishers, Inc.
Kramer, P.D., (1993). Listening to Prozac: A Psychiatrist Explores Antidepressant Drugs and the Remaking of the Self. New York: Viking.
Ochs, L., (1993). Electroencephalographic Disentrainment Feedback (EDF). Concord, CA. (Manoscritto pubblicato elettronicamente dall’autore reperibile via mail: 72040.3433@compuserve.com.)
Patterson MA. Effects of NeuroElectric Therapy (NET) in drug addiction: an interim report.
Capel ID, Williams DC, Patterson MA. The amelioration of restraint stress by electrostimulation. IRCS Med Sci 1979;7:634.
Patterson MA. Electrotherapy: addictions and neuroelectric therapy. Nurs Times. 1979 Nov 29; 75 (48): 2080-3.
La Biosonologia agisce simultaneamente sulla struttura materiale e corporea dell’organismo e sulla parte immateriale rappresentata da mente e coscienza.
La distinzione tra materiale ed immateriale nel caso della Biosonologia è puramente formale dal momento che trattandosi di un approccio sistemico (olistico) corpo, mente e coscienza definiscono il tutto nelle nostre individualità e rappresentano ben più dell’insieme delle parti.
Sul piano materiale e corporeo la Biosonologia agevola il riequilibrio del complesso sistema di risonanza tra le tante frequenze che danno vita al nostro sistema bioenergetico con il conseguente ripristino delle capacità di regolazione dell’organismo.
A un miglioramento della situazione energetica biofisica corrisponde una graduale normalizzazione dei processi biochimici, ovvero il riequilibrio psico-fisico di chi si sottopone ad una sessione di ascolto biosonologico.
Per comprendere come ciò sia possibile è utile ricordare che in natura i processi organici di ogni essere vivente sono causati e controllati da oscillazioni elettromagnetiche di diversa frequenza, intensità, durata, e forma d'onda.
Tali oscillazioni vengono continuamente emesse da ogni cellula e, propagandosi con la velocità della luce, informano ad ogni istante l'intero organismo sul suo stato attuale e su quali meccanismi debbano essere messi in azione per mantenerlo in salute.
Intervenendo dunque direttamente sul livello di controllo bioenergetico è possibile individuare un efficace approccio integrativo a quello della terapia medicinale classica nella quale si interviene principalmente sui complessi chimici dell’organismo.
Questo ci aiuta a comprendere perchè tramite frequenze sonore opportunamente create e modulate attraverso il software di generazione ed elaborazione implementato nella ricerca biosonologica, si raggiungono e si mettono in risonanza la nostra struttura biofisica e il nostro campo bioenergetico preparando l’intero organismo ad una azione omeostatica di riequilibrio psicofisico. Questo allo scopo di stimolare il corpo, attivando le forze di regolazione del proprio organismo (intesa come forma di auto-guarigione) anche in ambiti che non sono accessibili con i metodi della medicina classica.
Sul piano immateriale (energetico) invece la Biosonologia sfrutta il potere vibrazionale delle frequenze sonore per accedere ai livelli superiori della nostra coscienza e per sostenere la capacità di sviluppare la propria consapevolezza ed il proprio potenziale.
Unendo la millenaria conoscenza sul potere del suono alla ricerca contemporanea tramite le nuove tecnologie, la Biosonologia crea le condizioni affinchè attraverso la stimolazione sonora si possano affinare le capacità percettive dell’individuo. Sarà così possibile superare i limiti della mente conscia ed avvalersi delle risorse interiori per ottimizzare le proprie capacità e la crescita personale.
Mente e corpo rappresentano dunque una complessa entità fatta di materia organica e di flussi di energia in perenne vibrazione.
Ecco perchè la Biosonologia sfrutta la natura vibratoria del suono e la nostra sofisticata capacità di percepirlo: esso rappresenta un potente strumento per entrare in risonanza con le parti più profonde di noi.
La stimolazione sonora biosonologica agisce sui principali sistemi (immunitario, nervoso, endocrino) favorendo l’equilibrio omeostatico e dunque la salute dell’organismo nella sua interezza. Questo avviene sostenendo l’energia adattativa che consente al nostro organismo di compensare i fattori di stress provenienti dall’ambiente esterno.
Laddove presenti, la stimolazione sonora contribuirà a risolvere situazioni traumatiche di natura fisica, psichica o emotiva attraverso percorsi interdisciplinari.
A differenza dei trattamenti chimici che offrono risultati immediati sulla sintomatologia, la biosonologia opera col metodo della ‘regolazione’ così come metodi più noti ed antichi quali l’omeopatia e l’agopuntura e grazie a questo contribuisce anche al riequilibrio e alla guarigione delle patologie indagate dalla medicina funzionale.
Pur operando a livello mentale e neurologico la Biosonologia non è né un’applicazione o una terapia medica né uno strumento diagnostico in senso stretto.
Rispetto alle terapie mediche che agiscono sul corpo mediante farmaci o azioni fisiche indipendenti dalla consapevolezza, la Biosonologia consente ad una persona di aumentare il proprio equilibrio psichico e fisico attraverso un ritorno di informazione alla coscienza di intuizioni e di variabili fisiologiche alle quali difficilmente abbiamo accesso o delle quali normalmente non abbiamo consapevolezza e quindi nessun controllo volontario.
Tutte le nostre percezioni e i nostri pensieri consistono in una complessa rete di minuscole correnti elettriche che attraversano il nostro cervello per veicolare ed analizzare la grande mole di dati biofisici che provengono dal nostro organismo e per attivare di conseguenza le necessarie risposte sotto forma di emozioni, azioni e reazioni volontarie ed involontarie.
Diventa così concepibile come una opportuna stimolazione sonora del nostro cervello possa avere effetti sull’attività cerebrale ed indirettamente anche sul corpo.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che opportune stimolazioni sonore (ma non solo anche elettriche, visive, elettromagnetiche...) riequilibrano il rilascio di una varietà di neurotrasmettitori ed ormoni quali serotonina, cortisolo, acetilcolina, ACTH, DHEA, endorfine (che alzano il tono dell’umore procurando una sensazione di benessere ed attenuando i sintomi dolorosi) e melatonina (migliorando i disturbi del sonno).
A livello psicofisico la Biosonologia è dunque molto utile per aumentare la lucidità mentale, le prestazioni, il benessere, la concentrazione e la memoria, per migliorare le relazioni sociali, per riequilibrare l’attività neuronale dei due emisferi cerebrali e per accedere al potenziale omeostatico di riequilibrio e autoguarigione per contrastare i sintomi di stress, ansia, depressione, ed insonnia agendo sulla introspezione e sulla consapevolezza.
Attraverso l'approccio sistemico (olistico), considerando l’individuo nella sua complessa interezza e non soltanto attraverso la sintomatologia è anche efficace per la salute in generale.
Ma per trarre beneficio dalla Biosonologia non è necessario trovarsi in condizioni di disequilibrio psicofisico: l’interazione sonoro-vibrazionale controllata può anche essere trasformativa e di grande valore nel migliorare ciò che già funziona nella vita degli individui.
L’uso del suono come agente di cambiamento va al di la del concetto di ‘cura’. Termini come training e regime nel caso della biosonologia sono più idonei rispetto a quello di terapia, che di per sé implica ‘cura’ e ‘riparazione’.
L’aggettivo terapeutico non va dunque inteso come una terapia medica o clinica né intende sostituirsi o rappresentare una alternativa ad esse, di fatto in Biosonologia riguarda il recupero o l’affinamento della propria capacità di ascolto, sia in termini funzionali e biofisici sia in termini emotivi e psicologici, a livello individuale e sociale.
Il percorso biosonologico di per sé non sostituisce in alcun modo il medico curante o lo psicologo ai quali spetta ogni decisione diagnostica e terapeutica, questi ultimi possono però avvalersi della Biosonologia per estendere il loro campo di tecniche ausiliarie.
Infatti laddove esistono patologie anche importanti la Biosonologia entra in sinergia interdisciplinare con specialisti in ambito medico e psicologico attraverso forme ibride o garantendo un percorso parallelo ed integrato con le modalità tipiche della medicina e della psicoterapia.
Il training biosonologico si riferisce all’uso intenzionale del suono sia per scopi riequilibranti sia per scopi che portano ad un miglioramento della propria condizione.
Il tutto grazie alla potente interazione delle frequenze vibrazionali veicolate dal suono con il corpo e con la mente. Ciò rappresenta una notevole opportunità per sostenere e stimolare la naturale tendenza del nostro organismo all’equilibrio psicofisico. Fenomeno noto in biologia col termine di omeostasi ma che nelle più antiche culture era inquadrato in un abito più spirituale ed olistico e genericamente definito come potenziale di autoguarigione.
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