1. Cosa è la Biosonologia?
2. Cosa non è la Biosonologia?
3. A che serve accedere a stati non ordinari di coscienza? Non sarà pericoloso?
4. L’accesso ad uno stato di coscienza non ordinario indica se la sessione di ascolto biosonologica è stata efficace o meno?
5. Un utilizzo improprio delle frequenze sonore può essere pericoloso?
6. Quali sono le frequenze utilizzate? Esistono frequenze ‘speciali’? Come sono impiegate e da dove provengono?
7. Se non esistono le frequenze ‘speciali’ e se di fatto non è pericoloso ascoltare le frequenze generate durante le sessioni di ascolto biosonologico, si tratta solo di ‘acqua fresca’ o di un bluff?
8. Ci sono benefici immediati ottenibili sin dalle prime sessioni di ascolto biosonologico?
9. Il metodo biosonologico è una asettica applicazione informatico/biofisica che non tiene conto della concezione olistica del nostro organismo e dei i suoi maggiori punti di flusso di energia?
10. Come si svolgono le sessioni di ascolto biosonologico e che differenze ci sono tra quelle individuali e quelle collettive?
11. Qual’è la specificità delle sessioni individuali di ascolto biosonologico e del consulto biosonologico?
12. Il metodo biosonologico sebbene abbia più di 10 anni di ricerca alle spalle sembra rivolto ad una nicchia di interessati, come se fosse una forma di ricerca piuttosto che un metodo definitivo, perchè dunque viene richiesto un contributo economico?
13. L’impiego del suono e del suo potenziale mente-corpo-spirito dell’uomo risale alle più antiche civiltà, cosa c’è di nuovo nel sistema di generazione sonora, il Vortex Based Synth, e cosa lo distingue dalle tante tecniche che vengono oggi proposte?
14. In che modo il sintetizzatore di suoni Vortex Based Synth può mettere in risonanza l'intera struttura biofisica sfruttando la pervasività del nervo vago?
1. Cosa è la Biosonologia?
Bio [vita] sono [suono] logia [dialogo] è un neologismo che indica la complessa interazione sinergetica che esiste tra i fenomeni sonori e quelli biofisici.
Trattare il materiale sonoro, specialmente attraverso le potenzialità delle tecnologie digitali ed elettroniche, non riguarda esclusivamente i livelli più superficiali della creazione e della fruizione musicale ma anche la nostra struttura biofisica e neuronale.
L'interazione tra sistemi tecnologici, ambienti immersivi, e pratiche rituali permette di vivere esperienze che destabilizzano temporaneamente i nostri stati abituali. Inusuali fluttuazioni nello spazio-tempo, un'esperienza sensoriale più ricca, e nuove modalità della percezione creano quelle circostanze che trascendono il nostro solito modo di essere, di percepire il sé e la propria coscienza sia sul piano interiore sia su quello espressivo-creativo.
I concetti di training e regime nel caso della biosonologia sono più idonei rispetto a quello di terapia, che di per sé implica ‘cura’ e ‘riparazione’.
L’uso del suono come agente di cambiamento va al di la del concetto di ‘cura’. L’interazione vibrazionale controllata può anche essere trasformativa e di grande valore nel migliorare ciò che già funziona nella vita degli individui. Il training biosonologico si riferisce all’uso intenzionale del suono sia per scopi riequilibranti sia per scopi che portano ad un miglioramento della propria condizione. Il tutto grazie alla potente interazione con il corpo e con la mente delle frequenze vibrazionali veicolate dal suono.
L’aggettivo terapeutico non va dunque inteso come una terapia medica o clinica né intende sostituirsi o rappresentare una alternativa ad esse, bensì riguarda il recupero o l’affinamento della propria capacità di ascolto, sia in termini funzionali e biofisici sia in termini emotivi e psicologici, a livello individuale e sociale.
La combinazione di tutti questi fattori rappresenta una notevole opportunità per sostenere e stimolare la naturale tendenza del nostro organismo all’equilibrio psico-fisico. Fenomeno noto col termine di omeostasi in biologia ma che nelle più antiche culture era inquadrato in un abito più spirituale ed olistico e genericamente definito come potenziale di autoguarigione.
2. Cosa non è la Biosonologia?
Il percorso Biosonologico dell’ambito terapeutico di per sé non sostituisce in alcun modo il Medico Curante o lo Psicologo ai quali spetta ogni decisione diagnostica e terapeutica, questi ultimi possono però avvalersi della Biosonologia per estendere il loro campo di tecniche ausiliarie e di supporto.
E’ infatti utile precisare che il termine terapeutico è strettamente ed unicamente legato all’idea di ambito al fine di distinguerlo da quello creativo ed artistico.
I concetti di training e regime nel caso della biosonologia sono infatti più idonei rispetto a quello di terapia, che di per sé implica ‘cura’ e ‘riparazione’.
L’uso del suono come agente di cambiamento va al di la del concetto di ‘cura’.
L’interazione vibrazionale controllata può anche essere trasformativa e di grande valore nel migliorare ciò che già funziona nella vita degli individui. Il training biosonologico si riferisce all’uso intenzionale del suono sia per scopi riequilibranti sia per scopi che portano ad un miglioramento della propria condizione. Il tutto grazie alla potente interazione con il corpo e con la mente delle frequenze vibrazionali veicolate dal suono.
L’aggettivo terapeutico non va dunque inteso come una terapia medica o clinica né intende sostituirsi o rappresentare una alternativa ad esse, bensì riguarda il recupero o l’affinamento della propria capacità di ascolto, sia in termini funzionali e biofisici sia in termini emotivi e psicologici, a livello individuale e sociale.
La combinazione di tutti questi fattori rappresenta una notevole opportunità per sostenere e stimolare la naturale tendenza del nostro organismo all’equilibrio psico-fisico. Fenomeno noto col termine di omeostasi in biologia ma che nelle più antiche culture era inquadrato in un abito più spirituale ed olistico e genericamente definito come potenziale di autoguarigione.
Inoltre parlando di suono e di ambito terapeutico si può essere indotti a pensare che la Biosonologia sia equivalente alla Musicoterapia, di fatto pur essendoci forti analogie ed essendo pratiche assolutamente compatibili, esistono delle differenze. Il corretto inquadramento di entrambe è molto più complesso, ma semplificando si può così riassumere:
- la musicoterapia è ad orientamento principalmente relazionale e psicologico, per esempio utilizza musiche familiari per migliorare le condizioni in caso di diversi tipi e gradi di patologie.
- Il percorso biosonologico invece usa il principio della risonanza, dell’entrainment e della vibrazione sonora (vs. musica) per apportare cambiamenti negli organi e nei tessuti ed ha un approccio, almeno inizialmente, neurologico (vs. psicologico).
Vale la pena sottolineare che si tratta di definizioni estremamente sintetizzate e sommarie e che i due approcci possono avere punti in comune: reazioni psicologiche possono sempre scaturire in presenza di musica e di suoni, così come alcuni musico terapeuti inducono una interazione vibrazionale ogni qualvolta si affidano ad una melodia familiare per innescare ricordi.
3. A che serve accedere a stati non ordinari di coscienza? Non sarà pericoloso?
Durante le sessioni di ascolto biosonologico si stimola la capacità di omeostasi dell’organismo e attraverso cicli continuativi si affinano le capacità percettive dei fenomeni sonori che consentono di superare i limiti della mente conscia accedendo a stati di coscienza non ordinari.
Essere in uno stato di coscienza non ordinario non significa affatto essere privi di coscienza o di controllo. Semplificando, si tratta essenzialmente di stati mentali in cui la mente conscia lascia maggiore spazio a quella inconscia facendo sì che si impongano alla nostra attenzione modalità nuove di interpretare se stessi ed il proprio rapporto con le dinamiche che affrontiamo negli stati di veglia ordinari.
In questi stati è possibile avvalersi delle risorse interiori e del proprio potenziale inconscio per ottimizzare le proprie capacità, la crescita personale e, laddove presenti, risolvere situazioni traumatiche di natura fisica, psichica o emotiva in maniera spontanea se di minore entità, o attraverso un percorso interdisciplinare condotto in sinergia con personale medico per i casi di maggiore entità.
A seconda dei riferimenti culturali, di ambito e di livello questi vengono declinati come stati di trance, meditativi, ipnagogici, ipnotici, di estasi mistica, di esperienze extra-corporee etc..
Al solo scopo di dare un inquadramento quanto più neutro possibile è interessante vedere come persino in ambito accademico sia stata accettata e descritta la condizione di stato non ordinario di coscienza riconoscendole delle importanti funzionalità e potenzialità.
Nel suo classico lavoro, "Le cure psicologiche" del 1919 il Dottor Pierre Janet, propose l’esistenza di un peculiare fenomeno da lui definito automatismo psicologico, in cui si verifica una condizione dissociativa che consente lo sviluppo di un nucleo subcosciente. Janet denominò questo fenomeno dissociazione, e ritenne che l'insorgenza potesse essere facilitata da determinati stati di coscienza non ordinari.
Dopo Janet, il concetto e lo studio sulla dissociazione furono ripresi negli anni ‘70 dall’americano Ernest R. Hilgard che, facendo esplicito riferimento a Janet, propone il concetto di "osservatore nascosto", frutto del processo dissociativo che si determina nella mente del soggetto in stato di coscienza non ordinario.
Da questo si evince l'importanza della utilizzazione delle risorse personali del soggetto, attraverso una concezione naturalistica della trance e degli stati non ordinari di coscienza, intesi come un processo naturale, capace di rispettare le qualità personali dell’individuo e di restituirgli la forza delle sue stesse risorse.
Uno stato di coscienza modificato si configura attraverso una significativa riduzione di orientamento nei confronti della realtà esterna e lo stabilirsi di un nuovo orientamento nei confronti di una realtà concettuale astratta frutto di una produzione prevalentemente inconscia che predomina durante l’esperienza.
In tale stato di coscienza si può entrare spontaneamente o, come nel caso dell’ascolto biosonologico, in seguito ad una peculiare forma di risonanza indotta dalle vibrazioni sonore, determinando una ricettività ed una responsività tali da potenziare notevolmente le capacità interiori di apprendimento e di comprensione.
In una simile condizione e nello specifico delle sessioni di ascolto Biosonologico, dal momento che il processo è praticamente autoindotto e condotto attraverso il fenomeno della risonanza vibrazionale, non si creano quelle condizioni tali per cui l’autoesplorazione possa fare emergere materiale traumatico la cui intensità possa andare al di là di quello che la mente in quel momento sarebbe in grado di gestire e sostenere.
Dunque gli stati di coscienza ai quali è possibile accedere durante le sessioni di ascolto biosonologico non rappresentano alcun pericolo così come emerso e testimoniato da più di cento individui che hanno partecipato ad una sessione di ascolto biosonologico (Alcune testimonianze sono consultabili nella pagina Feedback del sito biosonologia.it.
Questa risposta è un estratto dell’articolo “Biosonologia e stati di coscienza non ordinari”, per un approfondimento è possibile scaricarlo dalla pagina Download del sito biosonologia.it.
4. L’accesso ad uno stato di coscienza non ordinario indica se la sessione di ascolto biosonologica è stata efficace o meno?
Assolutamente no, ogni individuo ha i suoi tempi ed i suoi modi. Alcuni sin dalla prima sessione accedono a stati particolarmente profondi altri decisamente meno. Per cui come spiegato nella FAQ N° 3 ad ogni livello di approfondimento possono comunque avvenire importanti esperienze. Il solo fatto di distendersi e dedicarsi all’ascolto del tracciato frequenziale ad occhi chiusi porta come minimo ad avere una prevalenza nella nostra attività cerebrale di onde Alfa (rispetto alle Beta che rappresentano lo stato di veglia normale). In questo stato di rilassamento vigile è già possibile dare spazio all’osservatore nascosto di cui si è parlato nella FAQ N° 3.
In ogni caso se anche non vi fosse neanche una minima modificazione dello stato di coscienza iniziale (cosa molto improbabile e sulla quale sarebbe opportuno riflettere e continuare a lavorare), la percezione delle vibrazioni sonore e la conseguente risonanza della nostra struttura biofisica è in grado di apportare, seppur non rendendocene conto immediatamente, i benefici di cui si parla nella FAQ N° 8.
E’ quindi possibile concludere che dei benefici si hanno sempre e comunque, ogni individuo potrà piuttosto di valutare se la metodologia ed il tipo di percorso corrispondono al suo gradimento e ad un approccio con lei/lui compatibile.
5. Un utilizzo improprio delle frequenze sonore può essere pericoloso?
Non esiste una risposta generale, sul piano biofisiologico e nervoso dipende dalla intensità, dalla durata e dal loro ambito e sul piano psicologico e psichico dipende dall’eventuale sinergia con altre tipologie di intervento, con le condizioni pregresse o con sostanze psicoattive.
In ogni caso le frequenze utilizzate nelle sessioni di ascolto biosonologico non hanno alcuna controindicazione tranne in circostanze macroscopiche che vengono preliminarmente escluse attraverso un colloquio o un semplice questionario.
Ecco i principali casi: persone soggette a qualsiasi forma di epilessia, che utilizzano i pacemaker, che soffrono di aritmia cardiaca o altri disturbi cardiaci, che assumono stimolanti, psicofarmaci, o tranquillanti o che nelle precedenti 24 ore hanno assunto sostanze psicoattive.
In ogni caso proprio per la tipologia, la calibrazione ed i rapporti tra le frequanze generate durante la sessione di ascolto biosonologico è da escludere qualunque forma di pericolo. Sul piano biofisico e nervoso la sollecitazione suscitata dalle onde sonore altro non fa che indurre una risonanza simpatetica che può essere esemplificata da una sorta di pervasivo massaggio interiore. Sul piano cerebrale, attraverso i battimenti opportunamente calibrati può al massimo indurre uno stato di coscienza non ordinario commisurato alla disponibilità ed alla capacità del soggetto. A questo proposito si rimanda alla FAQ N° 3: Accedere a stati non ordinari di coscienza è pericoloso?
6. Quali sono le frequenze utilizzate? Esistono frequenze ‘speciali’? Come sono impiegate e da dove provengono?
In Biosonologia esiste un concetto fondamentale: non esistono frequenze speciali, magiche, esoteriche o divine che possano dimostrare inequivocabilmente la loro efficacia. Nelle sessioni di ascolto biosonologico, ciò che veramente è in grado di portare il cambiamento ed attivare o riattivare importanti processi è il rapporto tra le frequenze. Rapporto che sul piano biofisico e nervoso si rivolge alla frequenza fondamentale di un individuo (‘standard’ per le sessioni collettive) mentre sul piano cerebrale genera attraverso lo sfasamento frequenziale la percezione di frequenze simili a quelle dell’attività cerebrale influenzandone l’andamento (onde delta, theta, alfa, beta, gamma).
Le frequenze impiegate per generare i rapporti non provengono da fonti misteriose, esoteriche o magiche sebbene su internet si possano trovare teorie tanto suggestive quanto posticce che dispensano frequenze miracolose e migliori di altre per specifiche esigenze o propositi.
Durante le sessioni di ascolto biosonologico non vengono impiegate frequenze prestabilite, preconfezionate o scaricate da internet. Attraverso uno specifico software ideato ed implementato da Sciajno (Vortex Based Synth) vengono invece generate in tempo reale al fine di generare i rapporti ai quali si accennava precedentemente, individuando in questi, piuttosto che nelle frequenze in sé, il vero potenziale portatore di quelle risonanze vibratorie in grado di attivare o riattivare importanti processi.
7. Se non esistono le frequenze ‘speciali’ e se di fatto non è pericoloso ascoltare le frequenze generate durante le sessioni di ascolto biosonologico, si tratta solo di ‘acqua fresca’ o di un bluff?
Le FAQ esposte sinora ed in particolare le N° 3-4-5-6 dovrebbero già rispondere esaustivamente, in caso contrario si consiglia di rileggerle con attenzione e magari approfondire alcuni dei riferimenti indicati.
Quel che è certo è che non si tratta di una medicina né di un miracolo e tutto quanto succede o non succede dipende da da moltissimi fattori concorrenziali e tra questi i più importanti riguardano la nostra capacità di ascolto intesa non solo come abilità funzionale legata all’udito ma anche e soprattutto come abilità di elaborazione che si esplica attraverso la ben più complessa facoltà di Sentire.
Ma anche queste capacità possono essere evolute ed affinate e, in ogni caso, il modo migliore per scoprire se si tratta di ‘acqua fresca’ o meno è quello di provare personalmente senza pregiudizi né aspettative aprendosi all’ascolto nella sua accezione più ampia e profonda e accogliendo attraverso la risonanza la forza della vibrazione.
8. Ci sono benefici immediati ottenibili sin dalle prime sessioni di ascolto biosonologico?
Decisamente sì, nonostante la reazione fisica alla sessione di ascolto Biosonologico varii considerevolmente da una persona all’altra. Nella maggior parte dei casi, si verificano diverse manifestazioni e, nel corso di una sessione di almeno 40 minuti, cambia la struttura chimica dell’organismo in modo tale che le energie fisiche ed emotive bloccate, associate a varie memorie traumatiche, possono essere liberate o si rendono accessibili a essere elaborate autonomamente o laddove ritenuto necessario rivolgendosi agli specifici specialisti.
Sin dalle primissime sessioni di ascolto biosonologico è dunque possibile percepirne effetti e benefici a prescindere dal fatto di accedere a stati di coscienza non ordinari particolarmente profondi (leggi FAQ N° 4). Tra questi alcuni sono più espliciti ed evidenti e si palesano già a fine sessione (senso di profondo rilassamento, ricarica di energie fisiche e mentali, stato di euforia ed empatia), altri agiscono quasi impercettibilmente producendo, grazie all’effetto cumulativo, risultati che si palesano a distanza di qualche tempo e che grossolanamente possono essere così raggruppati (nella pagina download del sito biosonologia.it è possibile consultare articoli più approfonditi sui singoli punti):
Il suono è uno stimolante vitale e un nutrimento per il sistema nervoso: è quanto asseriscono diversi studiosi e altri pionieri della psicoacustica. Di conseguenza delle funzioni uditive indebolite fanno venir meno il più importante fornitore di energia per il sistema nervoso e per il cervello. Secondo il noto Dott.Tomatis il proposito principale dell'orecchio, oltre alle sue importantissime funzioni relative all’equilibrio e alla comunicazione, è quello di ‘riciclare’ il suono al fine ricaricare le nostre batterie interiori. La prima funzione dell'orecchio all'interno dell'utero è quella di gestire la crescita del resto dell'organismo fisico. Dopo la nascita il suono sta al sistema nervoso come il cibo sta al nostro corpo fisico: il cibo fornisce nutrimento all'organismo a livello cellulare mentre il suono alimenta gli impulsi elettrici che caricano la neocorteccia.
Riattivazione dei propri flussi linfatici, neurofisiologici ed ormonali: il corpo mantiene degli eventi emotivi nella memoria cellulare arrivando a creare veri e propri blocchi. L'uso di vibrazioni sonore applicate al corpo hanno l'effetto di liberare, cambiandone il ‘pattern elettrico’, i blocchi emozionali che sembrano reiterarsi a ciclo continuo nel corpo.
Controbilanciamento del fenomeno dell’Elettrostress sulle proprie onde cerebrali: il nostro intero apparato cerebrale e neurofisiologico viene letteralmente ‘massaggiato’ tramite vibrazioni opportunamente calibrate che riportano la nostra mente ed il nostro organismo a ‘vibrare’ alle frequenze ottimali e più opportune assicurandoci una vera e propria tregua rigenerante non solo durante la sessione biosonologica, ma anche nelle ore seguenti contrastando le interferenze e i disturbi psicofisici causati dalla invasiva esposizione ai campi elettromagnetici cui siamo quotidianamente sottoposti.
Prevenzione e contributo nello ‘sblocco’ dei disturbi psicosomatici: Alcune delle manifestazioni fisiche che si potrebbero sviluppare in varie parti del corpo, durante la sessione di ascolto Biosonologico, hanno una complessa struttura psicosomatica, e spesso contengono un significato psicologico preciso. A volte rappresentano una versione intensificata delle tensioni e dei dolori che la persona vive nel quotidiano, mentre altre volte, hanno i connotati di una riattivazione di sintomi antichi, di cui l’individuo ha sofferto in precedenza. Molte volte, le gravose emozioni e le manifestazioni fisiche che emergono dall’inconscio si risolvono automaticamente in uno stato di profonda meditazione, trance, ipnosi, o ascolto biosonologico. Ecco perché la Biosonologia gioca un ruolo importante anche nella prevenzione e nel facilitare lo sblocco dei disturbi psicosomatici.
Supporto e potenziamento dell’ascolto ‘bottom-up’ e rielaborazione ricorsiva: operando al di fuori della coscienza e attraverso l’elaborazione/rielaborazione ciclica e ricorsiva la mente offre il frutto delle sue operazioni ed intuizioni come se uscissero dal nulla e aiuta ad essere più presenti e focalizzati quando si ritorna allo stato ordinario.
Sostegno nella riabilitazione della funzionalità posturale e strutturale: Il percorso Biosonologico ha un impatto anche sull’equilibrio strutturale grazie al fatto che agevola le condizioni che mantengono o ripristinano la funzione del complesso Spina Dorsale/Colonna Vertebrale. Colonna Vertebrale e Spina Dorsale lavorano insieme come un organo integrato. La spina dorsale è l'estensione del cervello ed è quindi tessuto nervoso mentre la colonna vertebrale è composta da ossa alle quali sono attaccati muscoli, legamenti e capsule articolari. Quasi tutti gli impulsi nervosi in discesa dal cervello devono percorrere la spina dorsale per poi raggiungere il loro target finale (gli organi vitali, le arterie, i muscoli, le articolazioni, ecc..). Tra questi ovviamente si trova anche il più vagabondo dei nervi, il nervo vago appunto che si snoda e si dirama proprio lungo spina e colonna. Il Vago ha notevole importanza nel metodo biosonologico in quanto essendo in contatto col nervo uditivo porta sempre con se una parte di vibrazioni stimoli e impulsi generati dalle sollecitazioni sonore.
9. Il metodo biosonologico è una asettica applicazione informatico/biofisica che non tiene conto della concezione olistica del nostro organismo e dei i suoi maggiori punti di flusso di energia?
Nonostante l’evidente componente tecnologica, Il metodo biosonologico non è una asettica applicazione informatico/biofisica. L’interazione tra nervo vago e nervo acustico ci indica che, miscelate insieme alle istruzioni del sistema parasimpatico che giungono ai nostri maggiori organi, si trovano anche le vibrazioni che arrivano dal timpano.
Ecco quindi che le onde sonore opportunamente generate e modulate tramite il Vortex Based Synth possono far risuonare l’intero sistema vagale e non si possono non notare le importanti corrispondenze che questo ha con quelle che tradizionalmente i grandi Maestri di Yoga hanno attribuito ai Chakra.
Da ciò emerge l’approccio olistico della Biosonologia che condivide e riconosce il fatto che il sistema di fisiologia "invisibile" dell'uomo sviluppato dalle culture orientali costituisce una vera e propria mappa di un sistema psico-fisiologico dell'essere umano.
10. Come si svolgono le sessioni di ascolto biosonologico e che differenze ci sono tra quelle individuali e quelle collettive?
Esistono due modi essenziali per fruire delle sessioni di ascolto biosonologico: sessioni collettive oppure individuali.
Comune ad entrambe è la sessione di ascolto del tracciato frequenzale.
Salvo specifiche esigenze la sessione di ascolto dura 40 minuti e avviene in un ambiente idoneo e quasi totalmente oscurato dotato di un impianto di diffusione audio di media potenza ma di buona qualità e capace di riprodurre fedelmente l’intera gamma di frequenze dai 20 ai 20.000Hz (in genere ci si avvale anche di un subwoofer).
Si ascolta da sdraiati, possibilmente su pavimento o pedane di legno in modo da captare le vibrazioni sonore anche tramite la conduzione ossea, indossando dei vestiti comodi e (opzionalmente) una benda sugli occhi per favorire la privazione sensoriale dagli stimoli visivi. E’ consigliabile dotarsi di un materassino sottile e/o un cuscino per la testa (che non assorbano troppo le vibrazioni) e di una coperta (a volte la temperatura tende a scendere durante la sessione).
Ciò che si ascolta e che darà vita agli effetti preposti sarà una sequenza di frequenze sonore che faranno immergere l’ascoltatore in un peculiare ambiente psico acustico in cui tramite la percezione uditiva e la conduzione ossea l’intero organismo (esterno, interno e mente) riceveranno un vero e proprio massaggio tramite vibrazioni sonore, alcune delle quali appena percepilbili ed altre più intense.
Il tracciato frequenziale è generato tramite l’apposito generatore di suono software, il Vortex Based Synth di Sciajno che affianca alla sua tecnica personalizzata segnali audio (subliminali e non) di battiti binaurali (BWE, Brain Wave Entrainment).
Altro elemento comune alle sessioni collettive ed individuali è la scelta della frequenza degli incontri. La cadenza di partecipazione consigliata in generale è settimanale, in particolare se si vuole contribuire ad ottenere risultati mirati relativi a situazioni traumatiche, siano esse di natura fisica, psichica o emotiva.
Nel caso in cui ci sia invece un generico intento di introspezione ed esplorazione del proprio inconscio attraverso stati di coscienza non ordinari la cadenza sarà valutata di volta in volta assieme all'interessato.
Impossibile definire a priori la durata del percorso biosonologico, genericamente e in base agli studi di riferimento dopo 15 sessioni si notano risultati significativi, ma a volte già dopo le primissime sessioni si ottengono importanti effetti: molto dipende da cosa si ‘cerca’ e quale siano le condizioni generali associate alla propria capacità sia uditiva sia di ascolto.
Nelle condizioni ottimali, il tracciato frequenziale viene ‘eseguito dal vivo’ da Sciajno o da un operatore certificato, ma è prevista anche la possibilità di avvalersi di files audio precedentemente registrati tramite il Vortex Based Synth, uno strumento in grado di creare sessioni d’ascolto personalizzate.
La differenza tra le sessioni collettive e quelle individuali sta proprio nel fatto che durante quelle di gruppo il tracciato frequenziale sarà tarato su dei parametri standard, mentre in quelle individuali sarà calibrato sulla specificità di ciascuno. Ciò non significa che le sessioni collettive siano meno efficaci, certo però lavorano ad un livello più generale e sono indicate per prendere confidenza con il metodo e come supporto globale per il riequilibrio e per l’introspezione.
Le sessioni collettive durano due ore prevedono oltre alla seduta di ascolto biosonologico di circa 40 minuti, una parte dedicata alla condivisione e alla esposizione di alcuni aspetti legati alla metodologia ed alle ricerche e scoperte ad essa connesse.
Le sessioni individuali durano un’ora prevedono oltre alla seduta di ascolto biosonologico di circa 40 minuti personalizzata una breve parte di condivisione dell’esperienza.
11. Qual’è la specificità delle sessioni individuali di ascolto biosonologico e del consulto biosonologico?
Nel percorso individuale è possibile affrontare con maggiore impatto, specificità e velocità le proprie istanze. Come ben sappiamo infatti l’ascolto ha una componente molto soggettiva ed individuale quindi ciò che funziona per un individuo non necessariamente fa altrettanto su un altro. La possibilità di creare una sessione di ascolto che si snoda lungo un ‘tracciato frequenziale’ personalizzato diviene dunque uno strumento assai efficiente.
Fondamentale per potere avviare il percorso individuale è il consulto biosonologico (ricerca eventuali sintomi di problemi di ascolto, esame audiometrico, valutazione capacità ascolto, individuazione della propria frequenza fondamentale-tonica in rapporto alla valutazione della coazione elastica individuale) fatto una sola volta preliminarmente alla prima sessione. Si tratta di una indagine eziologica-conoscitiva che consente di elaborare un percorso connotato.
Quella che segue è la descrizione delle fasi che costituiscono il consulto biosonologico.
La prima è l’autovalutazione per la ricerca eventuali sintomi di problemi di ascolto è un questionario che ha lo scopo di offrire una serie di piste che permettono di valutare la propria capacità di ascolto.
La seconda è rappresentata dall’esame audiometrico che può fornire delle indicazioni su possibili deficit o diminuzioni della capacità uditiva. Il test serve quindi a verificare e misurare quanto è buono l'udito di una persona e fino a che frequenze riesce a sentire i suoni.
In linea generale, un bambino può sentire frequenze anche più elevate dei 20.000 Hz (oscillazioni al secondo) mentre un anziano in genere arriva massimo a 5.000 Hz. Il buon funzionamento dell’apparato uditivo è fondamentale per molti aspetti della vita sociale e psicologica e fisiologicamente riguarda aspetti che vanno bel al di là della capacità uditiva. Per questo è importante mantenerlo in buona salute ed efficienza ed intervenire, laddove possibile, a correggere eventuali deficit attraverso tecniche opportune prima ancora di affidarsi ad apparecchi costosi e poco efficienti. L’ascolto biosonologico può essere impiegato anche per questo, ma è bene citare il metodo Tomatis quale tecnica consolidata da anni attraverso la quale fare un percorso vero e proprio di riabilitazione e recupero della propria capacità uditiva. Ovviamente il metodo Tomatis non è solo questo, le sue implicazioni sono molto vaste, ma in questo paragrafo mi sono limitato a sottolinearne l’efficacia in tal senso.
La terza è la valutazione della capacità ascolto e consiste in un test opportunamente adattato da Sciajno basato su test simili sviluppati in abito sociale e psicologico.
Il test permette di verificare la propria capacità di ascolto nei confronti delle altre persone. Ascoltare il prossimo è indubbiamente un fattore importante, con questo test si può essere aiutati a scoprire se si è un attento ascoltatore oppure no. Nel compilare il test è fondamentale rispondere con sincerità ed essere il più spontaneo possibile. Questo test non possiede alcuna funzione diagnostica e il suo risultato è puramente indicativo ma utile per favorire una riflessione sul tema dell’ascolto sociale e psicologico e offre una importante serie di indizi per una calibrazione accurata delle sessioni si ascolto biosonologico.
La quarta consiste nella ricerca della propria Tonica (frequenza) personale o fondamentale attraverso la voce. Il Nada Yoga, o yoga del suono, disciplina che utilizza la vibrazione del suono per aiutare l'uomo a migliorarsi. Secondo questa antica pratica indiana è possibile scoprire chi siamo veramente dal tono della voce e a liberare, con il canto e con la musica, le emozioni represse e in base alla nota personale (o frequenza fondamentale) è possibile individuare un tipo di personalità. Attingendo alle antichissime tradizioni dei Veda, i testi sacri indiani, un maestro contemporaneo, Sri Vemu Mukunda, fisico nucleare e grande musicista indiano, ha messo a punto un suo metodo basato proprio sulla tonica personale.
Coniugando i suoi studi scientifici con la tradizione millenaria del suo paese ha elaborato una lunga indagine sul corpo umano e le sue risposte fisiche e psichiche al suono. La voce dunque è spia di stati emotivi che, sempre secondo Mukunda, si possono collocare con precisione nei chakra, i centri energetici posti idealmente lungo la colonna vertebrale, dal coccige al centro della testa. Ogni chakra vibra a una frequenza sempre più alta man mano che si sale dalla base della colonna alla sommità del capo e si comporta un pò come le corde di una chitarra o di un contrabbasso. Le note più cupe, profonde vengono dalla corda che vibra più lentamente, quelle più acute dalla corda che vibra più velocemente.
La ricerca della nota personale si fa in un ambiente il più naturale e rilassato possibile. Alla persona si chiede di stare in silenzio per almeno 20-30 minuti prima della seduta, per favorire la concentrazione. Quindi, seduto comodamente, l'interessato comincia a parlare a ruota libera o a leggere un testo qualunque e la sua voce viene registrata. Poi attraverso l’analisi eseguita con uno spettrogramma ed un sonogramma viene individuata la frequenza fondamentale della voce (nota dominante). La ricerca della nota personale è solo il primo passo di un percorso di autoconoscenza molto affascinante.
La quinta fase riguarda infatti la valutazione della Coazione Elastica Individuale ed è una specifica elaborazione di Sciajno che prende spunto dalle esperienze e derivate dal Nada Yoga relative alla nota personale e dall’enneagramma delle personalità quale "mappa" di personalità o strutture caratteriali.
Incrociando infatti i dati che emergono dalla rilevazione della propria nota fondamentale con quelli di un questionario opportunamente elaborato è possibile non solo offrire un quadro della personalità che è spesso spunto di autoanalisi, riflessione ed approfondimento (se non di sorpresa) personale, ma consente inoltre di individuare i nodi fondamentali che costituiranno il tracciato frequenziale del trattamento sonoro per le sessioni di ascolto Biosonologico. Dunque all’interno del Consulto biosonologico viene ricercata la propria frequenza fondamentale (tonica) in rapporto al contenuto egodistonico e egosintonico.
Da questa analisi Sciajno ha messo a punto quella che ha definito valutazione della coazione elastica individuale, prendendo spunto dalla definizione in Fisica che fa corrispondere alla coazione elastica lo stato di un solido che presenta tensioni interne non provocate da sollecitazioni esterne.
L’analogia con il nostro stato psico-fisico dovrebbe essere evidente.
Inoltre il termine coazione viene utilizzato anche in ambito psicologico quale sinonimo di compulsione che indica un impulso volontario a compiere determinate azioni, col fine di placare, seppur momentaneamente, l'ansia generata dal contenuto egodistonico delle ossessioni, che sono pensieri, comportamenti o immagini mentali che ricorrono in maniera insistente dominando la vita psichica di un individuo.
In caso di eccessivo contenuto egodistonico si verifica un impulso compulsivo ovvero l’impulso involontario, volto a compiere azioni col fine di di placarne, seppur momentaneamente, l’ansia che ne deriva. L’atteggiamento compulsivo può arrivare a dominare la vita psichica di un individuo.
Le compulsioni pertanto sono dei comportamenti finalizzati messi in atto volontariamente al fine di superare l'angoscia e i dubbi che spesso si accompagnano alle ossessioni. Un esempio di compulsione è la necessità di lavarsi ripetutamente in risposta a ossessioni di contaminazione (paura di poter contrarre una grave malattia infettiva, ad esempio).
Conoscere e vedere riflesse, attraverso gli indicatori offerti dalla nostra interazione col suono, le nostre pulsioni e le nostre compulsioni è certamente utile per evitare o riequilibrare stati di egodistonia alla ricerca della egosintonia. L’egodistonia è infatti lo stato di conflittualità di un soggetto derivante da una mancata sintonia tra le sue idee le sue pulsioni, gli ideali dell’Io e l’immagine che il soggetto ha di sé. L’egosintonia è invece Il vissuto contrario all’egodistonia e trova in questo termine un atteggiamento di accettazione ed equilibrio.
12. Il metodo biosonologico sebbene abbia 10 anni di ricerca alle spalle sembra rivolto ad una nicchia di interessati, come se fosse una forma di ricerca piuttosto che un metodo definitivo, perchè dunque viene richiesto un contributo economico?
Così come l’attuale definizione metodologica si basa su 10 anni di ricerca e di sperimentazione, è altrettanto vero che a fianco ad aspetti ormai delineati e noti ce ne sono altri che continuano ad essere investigati. Ciò che viene proposto pubblicamente tramite il percorso e le sessioni di ascolto biosonologico è una sintesi di una parte delle ricerche che su base aneddotica hanno via via mostrato considerevoli percentuali di efficacia rispetto agli esiti preposti. Ciò che non viene proposto pubblicamente, rappresenta la parte di ricerca e laboratorio, elemento inscindibile e vitale per la biosonologia.
In ogni caso, per avere la possibilità di offrire una tecnica dotata di considerevoli percentuali di efficacia rispetto agli esiti preposti affiancata ad una ricerca di laboratorio è ovviamente necessario un supporto economico. Supporto che non è certamente un compenso o una forma di lucro, ma un contributo al notevole dispendio di tempo ed energie e alle spese strettamente necessarie.
Inoltre tramite il contributo economico si sostiene lo sviluppo di strumenti autonomi e gratuiti dedicati a chi intende mantenere il regime biosonologico: Il fulcro dell’ascolto biosonologico è il generatore sonoro del percorso frequenziale (Vortex Based Synth), un’applicazione software implementata dallo stesso Sciajno, il solo, al momento, in grado di utilizzarlo nella sua essenziale specificità. Per far sì che questa applicazione software divenga accessibile a chiunque è importante reperire dei fondi per ri-ingegnerizzarla e ri-programmarla affidandosi ad un team di sviluppatori che possano dedicarsi a tempo pieno alla sua usabilità progettando una interfaccia intuitiva e capace di guidare l’utente ad operare in autonomia nella realizzazione di percorsi sonori frequenziali personalizzati.
Detto questo consapevole del fatto che il denaro è spesso portatore di ambiguità, laddove possibile e per venire incontro a chi pur apprezzando il metodo ha reali difficoltà economiche, ho ideato la formula Tempo-Cash, ispirata alla banca del tempo: in alternativa all’utilizzo del denaro per sostenere i costi di partecipazione è possibile utilizzare il proprio tempo come valuta di scambio. Ad esempio una sessione di ascolto collettivo di due ore, ‘costerà’ due ore del vostro tempo da dedicare all’Istituto di Biosonologia nei modi e nei tempi che verranno concordati a seconda delle specificità e delle professionalità.
Inoltre nel rispetto del diritto di ciascuno a potere provare di persona il metodo per una preliminare verifica di compatibilità e apprezzamento ho ideato una formula dedicata a chi partecipa per la prima volta e per la quale se alla fine della sessione il partecipante non si ritiene soddisfatto dell’esperienza e non intende ripeterla in futuro non dovrà pagare alcunché.
13. L’impiego del suono e del suo potenziale mente-corpo-spirito dell’uomo risale alle più antiche civiltà, cosa c’è di nuovo nel sistema di generazione sonora, il Vortex Based Synth, e cosa lo distingue dalle tante tecniche che vengono oggi proposte?
L’effetto del suono e delle frequenze è sempre esistito proprio perchè anche gli individui sono costituiti da materia in costante vibrazione in quanto tale soggetta ai fenomeni di risonanza e induzione. Per questo da sempre si tratta di un rapporto abbondantemente studiato e utilizzato da coloro che nelle antiche civiltà si occupavano della salute o semplicemente del benesse fisico, mentale e spirituale del proprio villaggio o del proprio popolo. Nulla di nuovo dunque in questo senso, anzi si tratta di un ambito ben rodato e sperimentato. Le nuove tecnologie che permeano la nostra cultura contemporanea ci mettono a disposizione nuovi strumenti per la manipolazione del suono e lo dimostra il fatto che sempre più persone lo utilizzano come ausilio in ambito terapeutico, spirituale, autoesplorativo o di semplice benessere.
A fianco a questo interesse si è sviluppato un ambito di tecniche e tecnologie relative all’utilizzo del suono e del suo potenziale. Non ha senso qui avviare una discussione su quali siano le migliori tecniche, le migliori frequenze etc. Piuttosto nel mare magno delle proposte due sono i principi da seguire. Il primo riguarda un approccio razionale, documentandosi sulle tecniche proposte e soprattutto sull’esistenza di riferimenti bibliografici e di letteratura correlata che in qualche modo sostenga la proposta. Il secondo, quello più empirico, riguarda la possibilità di sperimentare personalmente la proposta ed affrontarla senza pregiudizio e senza dare troppo per scontato informazioni e specifiche che vengono presentate con eccessiva enfasi.
Per rimanere nello specifico del metodo biosonologico che ho messo a punto, la sua peculiarità sta nel fatto che si avvale del sistema di sintesi sonora da me stesso ideato (Vortex based Synthesis) unito a tecniche ormai consolidate dopo più di 40 anni di ricerche nell’ambito del BWT (Brain Wave Training) e della induzione sincronizzata delle onde cerebrali (BWE, Brain Wave Entrainment).
L'idea di integrare queste due metodologie nelle sessioni di ascolto biosonologico è stata sviluppata proprio per estenderne la portata dal dominio delle onde cerebrali (BWE) al dominio dell'intero organismo (Vortex Based Synthesis).
Il sistema di produzione di onde sonore Vortex Based è infatti finalizzato a mettere in risonanza non solo le onde cerebrali ma anche l'intera struttura biofisica sfruttando la pervasività di un nostro prezioso nervo: il nervo vago. Questo rappresenta una vera e propria corsia preferenziale dal momento che ha una relazione davvero speciale col nostro apparato uditivo.
14. In che modo il sintetizzatore di suoni Vortex Based Synth può mettere in risonanza l'intera struttura biofisica sfruttando la pervasività del nervo vago?
Dalla ricerca biosonologica è nato un sistema di generazione sonora che unendo le possibilità offerte dalle nuove tecnologie alle antiche scoperte sulle proprietà di suono e vibrazione. La peculiarità del metodo biosonologico messo a punto da Sciajno sta nel fatto che si avvale del sistema di sintesi sonora da lui stesso ideato (Vortex based Synthesis) unito a tecniche ormai consolidate dopo più di 40 anni di ricerche nell’ambito del BWT (Brain Wave Training) e della induzione sincronizzata delle onde cerebrali (BWE, Brain Wave Entrainment).
Il sistema di produzione di onde sonore Vortex Based ideato da Sciajno è quindi finalizzato a mettere in risonanza non solo le onde cerebrali ma anche l'intera struttura biofisica sfruttando la pervasività di un nostro prezioso nervo: il nervo vago.
Questo rappresenta una vera e propria corsia preferenziale dal momento che ha una relazione davvero speciale col nostro apparato uditivo.
Il nervo vago, protagonista del sistema nervoso autonomo (o vegetativo) parasimpatico, nel suo percorso verso sud a partire dal cervello si attacca sia all'interno sia all'esterno del timpano. E da qui nel suo ‘vagabondare’ si diffonde attraverso le cavità toracica e quella addominale. L'enorme compito del nervo vago consiste nella regolazione funzionale di un gran numero di organi quali la laringe, il cuore, i polmoni, lo stomaco, il fegato, la vescica, I reni, il piccolo intestino, il colon e giù fino all’ano. Tocca quindi i principali organi interni e per farlo attraversa e/o controlla il sistema endocrino (ormonale) e i principali nodi del sistema linfatico.
L'interazione tra nervo vago e nervo acustico ci indica che, miscelate insieme alle istruzioni del sistema parasimpatico che giungono ai nostri maggiori organi, si trovano anche le vibrazioni che arrivano dal timpano. A questo proposito vale la pena sottolineare che la pervasività delle onde sonore lungo il nervo vago non è dunque prerogativa della sola Vortex Based Synthesis, tuttavia questa tecnica è stata appositamente studiata e sperimentata e messa a punto al fine di massimizzarne l’efficacia.
Ecco quindi che le onde sonore opportunamente generate e modulate tramite il Vortex Based Synth possono far risuonare l’intero sistema vagale stimolando il sistema nervoso autonomo o vegetativo non solo nelle sue funzioni organiche (la circolazione sanguigna, la digestione, la respirazione) ma anche in quelle psicologiche, emotive o di difesa, eccitazione e urgenza (es. la pelle d'oca, il vomito, il rossore in viso, l'istinto di fuga o di aggressività). E nello specifico tra queste, grazie appunto al nervo vago, quelle riconducibili al sistema parasimpatico.
Se facciamo infatti un raffronto tra le principali caratteristiche del sistema parasimpatico e del suo antagonista, il simpatico, è piuttosto evidente come la risposta ‘simpatica’ sia associata a stati conflittuali in cui predominano inibizioni e paure mentre quella ‘parasimpatica’ agevola l’accesso ad una maggiore fluidità energetica, creativa ed intellettiva favorendo atteggiamenti e sentimenti positivi e di apertura.
Gli argomenti inerenti all’ascolto di sessioni di ascolto di Biosonologia sono elaborazioni di conoscenze derivanti da studi e da esperienze sul campo, includendo anche vari concetti personali non dimostrati o dimostrabili dalla Scienza Ufficiale e dalla Medicina Ufficiale, ad eccezioni di quelli per i quali vengono indicate referenze scientifiche.
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